Bachelard e le rotture epistemologiche

Il filosofo francese del Novecento Gaston Bachelard (1884-1962) legava la filosofia alla scienza: la scienza istruisce la ragione e crea filosofia; come filosofia della scienza l’epistemologia deve così confrontarsi con lo sviluppo storico delle scienze.

Per G. Bachelard lo sviluppo storico delle scienze è discontinuo secondo rotture epistemologiche: le rotture epistemologiche segnano il superamento delle premesse teoriche e metodologiche della scienza precedente; alle rotture epistemologiche si oppongono gli ostacoli epistemologici, per cui una rottura epistemologica come superamento delle premesse teoriche e metodologiche della scienza precedente richiede il superamento di un ostacolo epistemologico.

Negli anni Trenta del Novecento l’espressione ostacoli epistemologici fu da Bachelard coniata per far «riferimento a quelle convinzioni (ricavate sia dal sapere comune, sia dal sapere scientifico) che tendono ad impedire ogni rottura o discontinuità nella crescita del sapere scientifico e costituiscono, di conseguenza, potentissimi ostacoli alla affermazione di verità nuove. Il tipo di domande che si poneva Bachelard ha contribuito a rinnovare la storia della scienza, a trasformarla da un “festoso elenco di scoperte” in una storia dei difficili percorsi della ragione» (Paolo Rossi, La nascita della scienza moderna in Europa, 1997, Laterza 2000, pp. 3-4).

Per Bachelard c’è rottura epistemologica anche tra conoscenza comune e sapere scientifico: la comprensione della scienza richiede il superamento dell’ostacolo epistemologico del senso comune: «Vale la pena di mostrare, con un esempio specifico, a che cosa Bachelard intendeva riferirsi quando parlava: 1) di ostacolo epistemologico; 2) del distacco della scienza dal realismo del senso comune; 3) di una falsa continuità storica (fondata sull’uso delle stesse parole). Fino all’Ottocento appare del tutto evidente che per illuminare è necessario bruciare una qualche materia. Nella lampada elettrica a filo incandescente di Edison, al contrario, si tratta di impedire che una materia bruci. La ampolla di vetro non serve a proteggere la fiamma dall’aria, ma a garantire il vuoto attorno al filamento. Le vecchie e le nuove lampade hanno una sola cosa in comune: servono a sconfiggere il buio. Possiamo designarle con lo stesso termine solo adottando questo punto di vista, che è il punto di vista della vita quotidiana. In realtà quel mutamento tecnico implica una complicata teoria della combustione, che ha a che fare con la altrettanto complicata storia della scoperta dell’ossigeno» (Paolo Rossi, La nascita della scienza moderna in Europa, 1997, Laterza 2000, p. 4).

Come cause d’inerzia della scienza gli ostacoli epistemologici sono psicologicamente nell’atto conoscitivo: dice Bachelard: «La conoscenza del reale è una luce che proietta sempre da qualche parte delle ombre».

Secondo la radice conoscitiva degli ostacoli epistemologici siamo per Bachelard psicologicamente condizionati da istinti, emozioni, abitudini, senso comune, formazione, tradizioni, ideologie, filosofie: per neutralizzare l’influenza conoscitiva dei fattori psicologici Bachelard proponeva una psicoanalisi  del sapere oggettivo, intesa ad una catarsi della mente scientifica per una purificazione intellettuale affettiva dello scienziato volta alla promozione dello sviluppo della scienza con la rimozione degli ostacoli epistemologici inconsci.

Sviluppandosi discontinuamente per rotture epistemologiche secondo il superamento degli ostacoli epistemologici per Bachelard la scienza cresce e progredisce per generalizzazione dialettica con la negazione come rettificazione che permette una approssimazione sempre maggiore alla verità oggettiva: «Non c’è verità senza errore rettificato»: per Bachelard la scienza è metodica correzione dell’errore ed avanza per successive rettificazioni di idee e teorie: nel procedere della scienza le negazioni di idee e teorie correggono per estensione ideale e teorica: sono negazioni-estensioni scientifiche le geometrie non euclidee rispetto alla geometria euclidea, la meccanica einsteiniana rispetto alla meccanica newtoniana, la microfisica moderna novecentesca rispetto alla microfisica classica, la chimica matematica rispetto alla chimica lavoisieriana.

Alle negazioni-estensioni storico-scientifiche Bachelard fa corrispondere la filosofia della negazione, la philosophie du non, la filosofia del no.

In quanto non afferma ma nega la filosofia del no di Bachelard è filosofia aperta: per Bachelard la filosofia deve accompagnare la scienza: la filosofia scientifica è razionalismo applicato e materialismo tecnico o razionale progressivamente equidistante dalle opposte filosofie tradizionali di positivismo e formalismo, empirismo e convenzionalismo, realismo e idealismo.

«La scienza non ha la filosofia che merita»: alla chiusura monistica ed immobilistica della filosofia tradizionale dei filosofi è da Bachelard opposta l’apertura pluralistica e storica della filosofia scientifica prodotta dalla scienza: la realtà della scienza supera progressivamente le dicotomie filosofiche di realismo e idealismo, empirismo e convenzionalismo, positivismo e formalismo.

Come razionalismo applicato e materialismo tecnico o razionale la filosofia scientifica corrisponde per Bachelard alla realtà della scienza: inadeguata alla realtà della scienza rimane la filosofia tradizionale: da una parte attraverso il convenzionalismo l’idealismo è passato alla concretezza del formalismo, dall’altra attraverso l’empirismo il realismo è passato all’astrazione del positivismo; la convergenza secondo convenzionalismo e formalismo ed empirismo e positivismo non adegua scientificamente rispettivamente l’idealismo e il realismo.

Scientificamente adeguata è per Bachelard la sintesi scientifica aperta di razionalismo idealistico ed empirismo realistico: la conoscenza è costruzione razionale teorico-empirica; come filosofia della scienza l’epistemologia è storica, segue lo sviluppo scientifico e guarda alla storia del pensiero nella prospettiva scientifica attuale.

Secondo la scientificamente adeguata idea epistemologica moderna costruttiva della scienza Bachelard rilevava il salto teorico dall’esperienza comune alla conoscenza scientifica; alla razionalità della conoscenza scientifica si accompagna tuttavia per Bachelard l’esperienza intuitiva di realtà e mondo, e l’esperienza intuitiva non scientifica immaginativa e fantastica ispira la scienza.